Avella: l’anfiteatro, le tombe romane e il castello medievale

Il borgo di Avella in provincia di Avellino è un luogo ricco di storia. Vantando siti archeologici di interesse, patria della nocciola che prende il nome proprio da questo luogo e il cui legno è citato ne “I pastori” di Gabriele D’annunzio, il borgo si perde nel verde della grande conca dell’Appennino Campano. Come tutte le località Campane, ma più in generale del sud-Italia, anche questa zona propone un’ottima cucina con sapori tradizionali. Ci siamo regalati una domenica fuori casa insieme ad amici alla scoperta dei siti archeologici di Avella, chiudendo la giornata con un ottimo pranzo a Sperone, a poca distanza dai siti visitati. Pronti a scoprire con noi questo fantastico borgo italiano?



Arrivati ad Avella poco prima di pranzo, avevamo sentito parlare della cassata avellana. Potevamo mai non assaggiarla? Ed abbiamo fatto proprio bene: la pausa dolciaria è stata una piacevole scoperta, una cassata con morbida e leggera ricotta di pecora ricoperta dalle famose nocciole avellane. Quindi direzione anfiteatro dove ci attendeva il simpaticissimo Andrea, la nostra guida archeologica.

L’anfiteatro romano di Avella

Appena fuori le mura dell’anfiteatro si comincia subito a respirare un’aria di grandi storie e combattimenti. L’anfiteatro Romano di Avella ha una forma ellittica a doppia arcata, una principale che serviva all’ingresso delle Autorità, l’altra utilizzata per portare via i gladiatori morti in combattimento. Le mura sono realizzate secondo la tecnica dell’opus reticolatum, con mattoni cubici posizionati a 45° a formare una vero e proprio reticolato simmetrico. L’anello superiore dell’anfiteatro è ad oggi non più presente, in parte crollato, in parte depredato in passato dai contadini locali per la realizzazione delle proprie costruzioni. Durante lo studio della struttura sono state trovate delle tubazioni interne alle mura il cui utilizzo non è ancora chiaro: alcuni pensano che servissero ad inondare l’arena per rappresentazioni di battaglie navali ma la mancanza di canali di scolo però mette in dubbio tale ipotesi. L’arena non possedeva delle camere sotterranee per le fiere e i gladiatori con gli spettacolari cunicoli di ingresso che siamo abituati a vedere nei film, ma si possono intravedere alcune rientranze ricavate nelle mura che si suppone fossero utilizzate come gabbie per i protagonisti dei combattimenti.

Il castello medievale di Avella

Oltre agli splendidi resti dell’anfiteatro Romano, il borgo di Avella è dominato dall’alto della collina dal castello medievale, luogo che ha vissuto diverse dominazioni nel corso dei secoli. Anche questo sito archeologico è stato oggetto di crolli dovuti alle esplosioni del Vesuvio e alle predazioni dei contadini in tempi passati. Il castello risale al VII secolo A.C. ad opera dei Longobardi con successiva dominazione Normanna. Realizzata su tre livelli, la cittadella prevedeva i cosiddetti 100 fuochi, ovvero cento abitazioni all’interno delle mura per altrettante famiglie di contadini e artigiani in caso di attacco nemico. In realtà non c’è alcuna traccia storica di attacchi o invasioni, quindi il castello è servito più da torre di osservazione che difensiva. L’atmosfera che si respirava sul castello, complice il freddo vento sferzante e i racconti di Andrea, riportava ad un ancestrale passato di dame, cavalier, l’arme, gli amori.

I mausolei romani

Lasciato il castello medievale, Andrea ci ha accompagnati verso l’ultima location della visita, i mausolei funerari Romani. Se ne trovano di diversi nella zona, ma quelli che abbiamo davanti sono i più grandi e meglio conservati. Molti di questi sono abbandonati in proprietà private, quindi non accessibili. I mausolei rappresentano i monumenti sepolcrali delle famiglie aristocratiche, posizionati lungo la via extra-urbana che univa l’antica città di Abella alle città della pianura campana, proprio a rappresentare lo sfarzo delle casate di appartenenza. I monumenti funerari erano riccamente ornati con stucchi, ma rimane poco visibile: parte dei monumenti sono stati utilizzati in passato dai contadini locali per le loro costruzioni.

Avella è uno delle centinaia di bellissimi borghi italiani da visitare per scoprirne il passato e la sua bellezza. La giornata è stata davvero interessante, e Avella ci ha affascinati con la sua ricca storia: ormai ora di pranzo, ci siamo diretti verso Sperone alla scoperta dei sapori locali.

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