La leggenda della Sibilla Cumana

L’antro della Sibilla Cumana è un altro dei luoghi ricchi di storia, cultura, magia e mistero della Campania. La leggenda che aleggia su questo luogo ha origini antiche, che si perdono nella notte dei tempi delle civiltà greca e romana.

Scavi archeologici Cuma



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La leggenda della Sibilla Cumana

L’antichità è ricca di leggende, e quella della Sibilla Cumana si perde nella mitologia greca e romana. Le sibille del culto antico erano nove giovani vergini, che avevano la capacità di vivere molto più a lungo dei comuni mortali (e per questo motivo sono rappresentate da donne vecchie e decrepite) e la capacità di predire il futuro. In particolare, la Sibilla Cumana era una sacerdotessa del culto di Apollo: viveva in una grotta nei pressi del Lago d’Averno ed aveva il dono di ricevere visioni del futuro, rivelandole a coloro che andavano a chiedere i suoi favori. La sua fama arrivava lontano, e molti eroi, come Enea, chiesero il suo consulto. Il mito della Sibilla Cumana è presente in molte opere d’arte e di letteratura, come l’Eneide di Virgilio e l’Odissea di Omero.
La Sibilla trascriveva le sue predizioni su foglie di palma che venivano mescolate dai venti che entravano dalle aperture laterali dell’antro, rendendo la divinazione degli oracoli “sibillina”, ovvero difficile da interpretare.
La leggenda vuole che Apollo, invaghitosi della Sibilla, le offrì qualsiasi cosa ella volesse. La giovane donna allora chiese l’immortalità, dimenticando però di chiedere anche l’eterna giovinezza. La Sibilla quindi invecchiò talmente tanto che il suo corpo diventò piccolissimo, consumato dal tempo, fino a prendere le dimensioni di una cicala. A quel punto, il suo corpo fu messo in una gabbietta e portato nel tempio di Apollo, fino a che non si consumò del tutto e rimase solo la voce. Allora il dio Apollo le offrì la giovinezza se lei si fosse concessa, ma la sacerdotessa preferì conservare la sua castità e quindi rifiutò.

Scavi archeologici Cuma

Visita al parco archeologico di Cuma

Il parco archeologico di Cuma non è unicamente l’antro della Sibilla. Cuma è una delle più antiche colonie greche risalente al 730 a.C., che ha donato reperti storici di grande importanza. I primi scavi furono realizzati nel 1600, e riportarono alla luce molti reperti, come la statua di Giove, conservati nel Museo Archeologico di Napoli e in quello dei Campi Flegrei.
Nel 1911 furono rinvenuti i resti di quello che poi si scoprì essere un tempio dedicato al dio Apollo, e nel decennio successivo venne portato alla luce l’antro della Sibilla. La passeggiata tra gli ulivi e il panorama sulle isola di Procida e Ischia rendono il percorso attraverso la storia molto emozionante.

L’antro della Sibilla

L’antro della Sibilla Cumana è una galleria artificiale di epoca greco-romana, ma la sua data di costruzione è incerta. Secondo la leggenda, in questo luogo risiedeva la Sibilla, e sempre qui ella forniva i suoi oracoli. Nella realtà, si ipotizza che il tunnel sia una struttura militare a difesa della città e del porto.

Antro Sibilla Cumana
Il tunnel è scavato completamente nel tufo, con una lunghezza di oltre 130 metri. Sulla parete esposta ad ovest ci sono nove aperture che illuminano e arieggiano l’ambiente. Al termine del tunnel si aprono tre nicchie: quella sulla parete ovest presenta nelle pareti i fori della struttura di un cancello, ed è proprio in questa stanza si pensa abbia vissuto la Sibilla e ricevuto i suoi visitatori.

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Il tempio di Apollo

L’antico tempio dedicato al dio Apollo fu ricostruito dai Romani e si trova in una valle circondata da un fitto bosco. Virgilio racconta nell’Eneide che Enea, fermatosi a Cuma durante il suo viaggio, raggiunse il tempio voluto da Dedalo consacrando al dio Apollo le ali che gli avevano permesso di fuggire dal labirinto del Minotauro.
Il Tempio di Apollo era il luogo dove si svolgevano le cerimonie religiose, e accoglieva i viaggiatori che recavano all’antro per chiedere le divinazioni della Sibilla: costruito su una terrazza naturale, offre ancora oggi ai visitatori un panorama mozzafiato con il mare, il golfo di Pozzuoli, l’isola di Ischia e il lago D’Averno.

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La Sibilla Cumana di Jorit

Anche lo street artist italiano Jorit ha dedicato una sua opera al mito della Sibilla Cumana. Nel centro storico di Bacoli, a poca distanza da Napoli, la Sibilla sembra emergere enigmatica dalle acque della Piscina Mirabilis, la maestosa cisterna che rappresentava il punto di arrivo finale dell’acquedotto voluto dall’imperatore Augusto, e che convogliava le acque delle sorgenti del monte Serino in Irpinia fino alla zona del Miseno. Il murales si trova in uno dei vicoletti del centro storico, nei pressi della villa comunale, ed è davvero un’opera dal grande impatto visivo e con un messaggio sociale molto forte.

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Dove si trova l’antro della Sibilla Cumana

L’antro della Sibilla Cumana si trova nella città di Cuma, a pochi chilometri da Napoli. Il sito è fornito di un parcheggio esterno non custodito. L’ingresso è a pagamento, ed è consigliabile contattare il sito per conoscere giorni e orari di apertura. Tutte le prime domeniche del mese l’ingresso agli scavi archeologici è gratuito grazie all’iniziativa Domenica al museo del Ministero della Cultura. 

 

L’antro della Sibilla Cumana è una delle più antiche profezie oracolari del mondo e si trova nella città di Cuma, a pochi chilometri da Napoli. Se sei un appassionato della mitologia greca e romana, la visita all’Antro della Sibilla è una esperienza che ti farà immergere nel mito e nella leggenda delle grandi civiltà del passato.

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