Di teschi venerati dal popolo Napoli è piena. Le cosiddette capuzzelle, rappresentazione terrena delle anime pezzentelle, sono ancora un culto forte e presente che attira tanti credenti, curiosi e turisti.
La chiesa di Santa Luciella ai Librai a Napoli è uno dei luoghi di culto delle anime pezzentelle e, in una delle molte domeniche dedicate alla scoperta della Napoli meno conosciuta, abbiamo deciso di tuffarci nella leggenda di Santa Luciella e dello strano teschio con le orecchie.
Santa Lucia: chi era
Santa martire vissuta a cavallo tra la fine del 200 e l’inizio del 300 a.C., fu vittima della persecuzione voluta da Diocleziano. Patrona della vista, Santa Lucia è protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti e viene celebrato il suo nome il 13 dicembre. Le sue spoglie mortali furono trafugate più volte nel corso dei secoli: oggi riposa probabilmente a Venezia o a Metz in Francia.
Non vi è alcun riferimento storico circa l’evento per il quale la Santa si sia cavata gli occhi (o glieli avrebbero strappati), ma solo una leggenda popolare: il simbolo che rappresenta gli occhi sulla coppa è semplicemente ricollegabile all’etimologia del suo nome in latino Lux, luce.
La chiesa di Santa Luciella ai Librai
Nel cuore del centro storico di Napoli, su un piccolo vicolo, si affaccia quella che oggi è la piccola chiesa di Santa Luciella dei Librai. La cappella fu costruita nella prima metà del XIV secolo per volontà di Bartolomeo Di Capua, consigliere politico dei D’Angiò, e successivamente affidata a diverse associazioni e arciconfraternite.
La lavorazione del piperno
Nel corso dei secoli la cappella fu utilizzata dai pipernieri, lavoratori di pietra vulcanica simile al tufo, ma di colore grigio e molto più dura. La lavorazione di tale pietra creava molte schegge che spesso ferivano gli occhi dei pipernieri, e per questo motivo la confraternita dedicò la chiesa a Santa Lucia, protettrice degli occhi e della vista.
Il terremoto e l’abbandono
Il terremoto del 1980 arrecò gravi danni strutturali alla chiesa che, da quel momento, fu abbandonata. Più passava il tempo, più ne aumentava il degrado, tanto da farla diventare una discarica abusiva, non più accessibile e pericolante. Fu ovviamente depredata degli oggetti sacri presenti al suo interno che, in parte, sono stati recuperati e restaurati.
Il restauro e il recupero artistico
Chiusa per quasi 35 anni, la chiesa fu riscoperta dall’associazione culturale Respiriamo Arte che, grazie anche alle donazioni, è riuscita a ripristinarla, mettendola in sicurezza e rendendola visitabile. Nel 2019 la chiesa è stata riaperta al pubblico: è un luogo dove pregare e, come da tradizione, chiedere una grazia alle capuzzelle presenti nella cripta, oppure scoprirne la storia e i segreti con una visita guidata. I cinque giovani laureati partenopei che hanno profuso le loro energie al recupero di una tale bellezza artistica, storica e religiosa, hanno regalato ai napoletani e ai viaggiatori di tutto il Mondo, la possibilità di tuffarsi in questo viaggio nel folklore napoletano.
La chiesa di Santa Luciella oggi
Santa Luciella ai Librai oggi vive una nuova vita. A sinistra dell’ingresso ci sono l’altare maggiore ed un’antica tela raffigurante la Santa Patrona, mentre sulla destra sono presenti un coro ligneo e un altare più piccolo con una cappella dedicata a Santa Lucia. Il pavimento è piastrellato con maioliche blu e verdi. Una stretta scalinata porta all’ipogeo, il cimitero dove venivano sepolti i confratelli deceduti.
Oggi i fedeli continuano a pregare le anime dei morti, scegliendo la propria capuzzella da adottare: la chiesa è di nuovo aperta ai visitatori, e sta diventando uno dei luoghi consigliati negli itinerari di viaggio di Napoli.
Il rito della scolatura
La cripta è il luogo di riposo eterno dei pipernieri che, una volta passati a miglior vita, venivano riposti nelle vasche delle terre sante e trattati secondo il rito della scolatura: i cadaveri venivano bucati al collo, al bacino e alle ascelle per drenare i fluidi corporei in modo da velocizzare l’essiccazione dei corpi, poi esposti nelle nicchie per essere visitati dai fedeli. Una volta consumati, le ossa venivano riposte nell’ossario mentre i teschi sul cornicione delle pareti, pronti ad ascoltare le preghiere dei fedeli.
La Pietà nascosta
Durante i lavori di recupero della cripta, il restauratore del quadro posto sul piccolo altare si accorse che sotto la vernice c’era dell’altro. La scelta era ovvia: rimuovere lo strato superiore per scoprire cosa ci fosse sotto. Viene così alla luce una bellissima Pietà. Non una Pietà qualsiasi: con fare sereno la Madonna sostiene la testa del Cristo, e la corona di spine è poggiata a terra. Una versione della Pietà molto interessante, che si distacca dai canoni tragici della rappresentazione.
La capuzzella con le orecchie
Delle tante capuzzelle conservate nelle chiese di Napoli, c’è n’è una davvero particolare: ha le orecchie. Si, hai letto bene, un teschio con le orecchie. Ma come è possibile? Ci sono tre teorie in merito, una alquanto fantastica.
La capuzzella ha effettivamente delle strane escrescenze ai lati del cranio che sembrano delle orecchie: i fedeli pregano la capuzzella sperando che questa, tramite quelle strane orecchie, possa ascoltarli e portare le preghiere a chi di dovere nell’aldilà. Questa è la teoria più romantica e folkloristica.
In realtà ci sono altre due teorie, più scientifiche, che possono spiegare il mistero: la prima riguarda una malformazione cranica (il teschio ha visibilmente una fronte più alta del normale), quindi è presumibile che anche le due protuberanze siano delle malformazioni; la seconda invece prende in considerazione l’umidità della cripta che ha provocato il distacco delle ossa del cranio. Distacco avvenuto in maniera simmetrica da entrambi i lati?
Qualunque sia l’origine della capuzzella con le orecchie, a noi piace pensare che sia li ad ascoltare pazientemente le storie di noi comuni mortali.
Il culto delle anime pezzentelle
Anche la chiesa di Santa Luciella ai Librai ha il suo culto per le anime pezzentelle: anime anonime e abbandonate a se stesse, senza un nome, i cui corpi venivano seppelliti nelle fosse comuni. Venivano adottate da qualche fedele, attraverso le capuzzelle, che se ne prendeva cura alleviandone le pene della solitudine, in modo che le preghiere aiutassero l’anima a passare dal Purgatorio al Paradiso, chiedendo in cambio protezione, una guarigione o una grazia, o più semplicemente per portare parole di conforto alle anime dei propri cari defunti.
Gli ex voto
Ex voto, dal latino “a seguito di un voto”, è il dono del fedele alla capuzzella che ha adottato. Chiunque può adottare una capuzzella, prendersene cura, farle compagnia, parlargli, raccontargli la propria giornata e perché no, stare li ad ascoltarla. In cambio, l’anima appartenente alla capuzzella porterà i messaggi nell’aldilà, e se la grazia viene concessa, il fedele porterà un ex voto, ovvero un dono come pegno per grazia ricevuta.
Dove si trova e quanto costa la visita alla chiesa
La chiesa di Santa Luciella ai Librai si trova in Vico Santa Luciella (un vicoletto che unisce le più famose San Biagio dei Librai e San Gregorio Armeno). Ci sono varie indicazioni, quindi è abbastanza semplice trovarla. Per le visite guidate e gli orari é consigliabile consultare la pagina web della chiesa di Santa Luciella. Il costo di ingresso (con guida) è di 5€ e lo consigliamo vivamente: la guida che ci ha accompagnati è stata davvero preparata, disponibile e simpatica.
Santa Luciella ai Librai è uno dei gioielli storici, artistici e pregni di mistero di Napoli. Scoprili insieme a noi nelle nostre avventure in giro per Napoli.
Il culto delle anime pezzentelle è un viaggio nel folklore e nella storia di Napoli. Un percorso culturale emozionante che saprà farti innamorare di Napoli, quella vera, legata al culto della morte in modo leggero, solo come chi è nato a Napoli sa fare.