Le basiliche paleocristiane di Cimitile di Nola: cosa hanno in comune San Gennaro, Re Artù e il Santo Graal?

Può sembrare bizzarro, quasi assurdo, ma cosa hanno in comune San Gennaro, il leggendario Re Artù, le storie dei priorati e del Santo Graal, e la piccola città di Cimitile di Nola in provincia di Napoli?
Eppure tra di loro hanno molto in comune, in un intricato dedalo di connessioni che ci arrivano attraverso i millenni, e alle quali lentamente riusciamo a dare un significato meno fumoso.
Ebbene sì, il vero Re Artù sarebbe vissuto in questa zona e Maria Maddalena avrebbe avuto un ruolo molto più importante nella vita di Cristo. Ma andiamo per gradi, e scopriamo insieme qual potrebbe essere verosimilmente la realtà. Sei pronto a tuffarti indietro nel tempo di quasi 2000 anni? E allora si parte per le basiliche paleocristiane di Cimitile di Nola.

Scavi archeologici Cimitile di Nola

.

Cimitile di Nola

Ci troviamo a Cimitile di Nola, un piccolo abitato di circa 7000 anime in provincia di Napoli. Una cittadina poco conosciuta, sicuramente mai balzata agli onori della cronaca. Ma proprio in questo luogo sorge un complesso archeologico che ha molto da raccontare (ma non viene abbastanza raccontato), e che probabilmente ha dato il via ad alcune delle leggende più famose di tutti i tempi come quella di Re Artù e del Santo Graal.
Duemila anni di storia e arte Romana sono conservati a Cimitile, il più grande e completo museo di reperti paleocristiani, bizantini, barbarici e romanici.

A Cimitile, come in tutta la Campania, è forte il culto dei Santi: in questo caso San Felice è il patrono della città. Morto nel III secolo d.C. fu sepolto proprio in questo luogo, una necropoli al tempo dell’antico Impero Romano, e proprio da qui il nome Cimiterium divenuto poi Cimitile. In suo onore fu costruito un mausoleo che però, troppo piccolo per accogliere l’immensa folla di devoti diretti alle spoglie del Santo, fu ampliato in una vera e propria basilica, la basilica di San Felice.

Così, dal passato si arriva ad oggi: un sito con sette basiliche dedicate ai santi, pregne di storia, mistero e cultura.



Le basiliche paleocristiane di Cimitile di Nola

Sono sette le basiliche del complesso monumentale di Cimitile di Nola. Ci troviamo di fronte ad uno dei santuari più antichi della cristianità: sette basiliche dedicate ai Santi Felice, Stefano, Tommaso, Calionio, Giovanni, ai Martiri e alla Madonna degli Angeli. La costruzione di questi edifici inizia nel IV secolo d.C. e il luogo divenne ben presto un destinazione del culto cristiano.
Felice fu un prete di origini orientali che, nel periodo delle persecuzioni contro i cristiani, si era occupato di amministrare la chiesa locale in assenza del vescovo che si era rifugiato per fuggire alla cattura. Quando le persecuzioni terminarono, Felice riportò l’ormai anziano vescovo  in città, accudendolo fino alla morte, ma rifiutando di ereditarne la carica e conducendo il resto della sua vita in un totale stato di ascesi e povertà che lo rese santo alla sua morte.
Le due strutture più importanti dell’intero sito sono la basilica di San Felice, dove si trovano le sepolture sei vescovi Paolino e Felice, e quella dei Santi Martiri con il dipinto della Maddalena incoronata.

I resti e gli affreschi delle basiliche paleocristiane

Gli scavi che hanno interessato le sette basiliche hanno riportato alla luce reperti davvero interessanti: colonne, pavimenti, affreschi, tombe e sepolture con ossa umane. La maggior parte, ma soprattutto i ritrovamenti più importanti si trovano nella basilica dei Santi Martiri, in quella di San Felice e nell’antiquarium.

E proprio nell’antiquarium, realizzato tra i resti delle navate e del presbiterio della basilica, sono conservati interessanti reperti di età Romana, paleocristiana e medievale. Da qui si può accedere all’ossarium, in cui sono visibili ancora resti ossei e tra i quali potrebbero essere presenti quelli del legionario Romano che ha dato vita alla leggenda di Re Artù.
Il sarcofago di marmo del III secolo d.C., su cui è scolpito il mito di Endimione e Selene, è perfettamente conservato e mostra in tutta la sua potenza la scena mitologica.

Sarcofago antiquarium basilica San Felice Cimitile di Nola

Le leggende

Oltre all’immenso valore storico, religioso e culturale del complesso archeologico di Cimitile, le basiliche paleocristiane vantano di avere una enorme quantità di leggende: il martirio di San Gennaro, le origini del cavaliere che ha ispirato la saga arturiana, il mito del Santo Graal e le teorie dei romanzi di Dan Brown.

  • Il martirio di San Gennaro

Il più famoso santo protettore di Napoli, San Gennaro, subì proprio a Cimitile un atroce martirio. Come molti cristiani perseguitati dai Romani nel III secolo, il Santo fu condannato a morire bruciato in una fornace, identificata proprio sotto la basilica di San Felice. Ma lì avvenne il miracolo e San Gennaro ne uscì illeso.

  • L’affresco di Maria Maddalena incoronata

Una Maria Maddalena incoronata come una regina bizantina, con un velo sul capo ed un mantello che le copre le spalle, mentre regge un vaso di oli profumati. Si capisce subito che non è una madonna: al lato della corona si legge chiaramente il nome della santa. La figura della di Maria Maddalena è stata sempre avvolta dal mistero, e varie teorie sono state avanzate sulla sua vita. I vangeli canonici ci raccontano di una peccatrice che versa lacrime di pentimento davanti alla crocifissione di Gesù che si sacrificava per la salvezza dell’uomo. Nei vangeli apocrifi si racconta invece di una Maddalena che con il Cristo ebbe più di una semplice relazione spirituale. La Francia accolse Maddalena e i discepoli in fuga dopo la morte di Cristo, e la Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine del 1260 racconta che a Marsiglia venne al Mondo il figlio del Re dei cieli, ma la sua sposa morì durante il parto. Nacque così la leggenda del Sangue Reale che darà vita alla discendenza del Sacro Romano Impero. Così come nei moderni racconti di Dan Brown, la linea di Sangue Reale sarebbe il Santo Graal della tradizione templare, quindi non più una coppa, ma una vera persona in carne ed ossa.
Il dipinto è unico al Mondo, una rappresentazione fuori ogni canone del contesto sacro medievale, o un omaggio alle vere nobili origini di Maria di Magdala.

Maria Maddalena incoronata basilica dei Santi Martiri Cimitile

  • Il sangue dei Martiri

Una pellegrina, in un gesto votivo, immerse il proprio rosario in un pozzo presente nella basilica dei Martiri: quando tirò fuori la corona, questa era grondante di sangue che, gocciolando, creò dei solchi su una lastra di marmo ancora presente nel santuario. Il reperto è oggi protetto da una griglia di ferro che circonda il solco rosso sulla superficie del marmo.

Miracolo del sangue dei martiri basiliche paleocristiane Cimitile di Nola

  • Le origini della saga di Re Artù

Possibile che la leggenda di Artù, i Cavalieri della tavola rotonda, Merlino, Avalon, Camelot, insomma l’intero ciclo arturiano abbia origine proprio a Cimitile? Le spoglie mortali del leggendario cavaliere dalla magica spada sepolte in un sepolcro senza nome del complesso paleocristiano di Cimitile di Nola?
Una ipotesi tanto affascinante quanto probabile. Vediamo il perché.
La figura del leggendario Artù deriva molto probabilmente da Lucius Artorius Castus, un legionario Romano al comando dei cavalieri corazzati Sarmati, in missione nella Britannia per difendere i confini dell’Impero. Il loro stendardo rappresentava un drago, il loro culto una spada conficcata nel terreno.
Come Artù, Lucius guiderà una spedizione per combattere gli invasori venuti dal nord, e proprio come lo straordinario evento celeste del ciclo arturiano, l’esplosione di una supernova, visibile dal pianeta Terra, guidò la campagna del condottiero romano a nord, in Gallia.
Gli studi epigrafici, le similitudini nella storia dei due cavalieri, il contesto storico e geografico, rendono molto verosimile il collegamento tra Artù e Lucius, al di là delle semplici coincidenze, come potrebbero essere quelle della spada nella roccia di San Galgano.
Poi c’è Avalon, l’isola leggendaria, e nelle vicinanze di Cimitile di Nola c’è la città di Avella, il cui nome latino deriva da Abellanus, città delle mele. Ma anche Avalon era definita l’isola delle mele per la sua fertilità, e il significato druido della mela è fortemente collegato all’Altro Mondo, ed Avalon era proprio la sede dell’Altro Mondo.
Troppe coincidenze, non credi?

Sepoltura Re Artù Cimitile di Nola

  • Il Santo Graal

L’iconografia presente nelle basiliche di Cimitile, soprattutto quella che rappresenta una Maria Maddalena incoronata, e proprio di fianco ad essa, ancora ben visibili, due croci templari, richiamano i racconti scritti nella seconda metà del 1200 dal frate domenicano e vescovo di Genova Jacopo Da Varagine. Ma un altro filo sottile lega Cimitile al Santo Graal: nel 410 d.C. gli scritti ci ricordano che Goti e Alani, insediatisi in quella regione, saccheggiarono Roma sottraendo una preziosa coppa del tesoro del Tempio di Solomone, portata nella capitale dell’impero romano circa trecento anni prima. Spingendosi poi verso sud, arrivarono a Nola catturando il vescovo Paolino. Ma un’altra figura spicca nelle relazioni tra Alani, Goti e Romani: il vescovo Paolino Paelleus di Perigueux in Francia (maestro di Paolino da Nola), il cui nome ha una forte assonanza con Pelles, il custode del Graal nei racconti medievali. Nei racconti della Tavola Rotonda, il maestro del cavalier Galvano si chiama Sulpicio Severo, proprio come un amico di Paolino da Nola. E anche un altro suo amico, l’eretico Pelagio, ebbe una forte influenza nella Britannia post-romana, teatro delle leggendarie gesta di Re Artù.
Sempre nella basilica dei Santi Martiri troviamo ben visibili su un’altra parete due croci maltesi, simbolo dei Cavalieri Templari protettori del Santo Graal: e ancora una volta la leggenda prende un’altra sfumatura che va ad intrecciarsi con quella di Maria Maddalena. Dan Brown, con il suo Il Codice Da Vinci, ripercorre e romanza tutte queste informazioni, e noi ci convinciamo sempre più che in tutto questo ci sia qualcosa di verosimile.


Croce dei Cavalieri di Malta basiliche paleocristiane Cimitile di Nola

Dove si trovano le Basiliche palocristiane di Cimitile di Nola

Le Basiliche Paleocristiane si trovano in via Madonnelle 12 a Cimitile di Nola. L’ingresso è fronte strada. Puoi arrivare in auto parcheggiando nelle vie circostanti, non essendoci molto spazio per le auto, oppure utilizzando la Circumvesuviana (linea Napoli – Baiano)  fino alla fermata Cimitile e poi percorrendo circa 700 metri a piedi.

Orari e costi

Il biglietto per la visita al sito monumentale costa 4€. Le basiliche sono chiuse il lunedì e il giovedì. Gli orari di visita sono 8:30 – 13:30, il venerdì e il sabato anche 14:30 – 20:00. Ti consigliamo comunque di visitare il sito ufficiale per eventuali variazioni su orari e costi. 

 

Come sempre amiamo scavare nelle leggende, fare un passo indietro nella storia per scoprire come nasce il mito. Il bello è che tutto questo spesso lo trovi proprio dietro casa, a pochi chilometri da dove vivi. Il complesso delle basiliche paleocristiane di Cimitile di Nola è un vero e proprio salto nel passato che va dall’Impero Romano fino al Medioevo, dove potrai immergerti in una esperienza unica e ricca di emozioni, proprio come in un libro di Dan Brown.

 

Vedi anche...